Ti è mai capitato di trovarti di fronte a un’opera d’arte concettuale, magari una tela tagliata di Lucio Fontana, e pensare: “Ma dai, questa la facevo anch’io nel weekend!” Non sei solo! La critica arte contemporanea spesso si divide tra chi urla al genio e chi grida alla truffa. Ma cosa succede quando l’arte diventa una vera e propria “fuga con il malloppo”?
Molti, che magari non masticano arte tutti i giorni, vedono l’arte concettuale come una gran presa in giro, una trovata per spillare soldi a qualche ricco sprovveduto. E a volte, diciamocelo, qualche ragione ce l’hanno. Ma prima di dare fuoco a tutti i musei, ascolta questa storia…
Jens Haaning: Quando l’Arte Prende il Largo!
Entriamo nel vivo con una storia che ti farà drizzare i capelli (o sorridere, dipende dai punti di vista!). L’artista danese Jens Haaning ha ricevuto dal Museum of Modern Art di Aalborg ben 72.000 euro. L’incarico? Ricreare due sue opere d’arte provocatorie. Fin qui tutto normale, no?
Invece di mettersi al lavoro, Haaning ha consegnato al museo due tele bianche. Titolo dell’opera? “Prendi i soldi e scappa!” Geniale, no? (O folle, decidi tu!). Immagina la faccia dei curatori! Quando il museo ha chiesto indietro i soldi, Haaning ha risposto (o almeno, avrebbe dovuto rispondere, secondo me!): “L’opera d’arte è la mia fuga con il denaro! Se non capite niente di arte, cambiate lavoro!”
“Prendi i Soldi e Scappa”: Un Capolavoro di… Furbizia?
Il museo, ovviamente, non l’ha presa benissimo. Hanno fatto causa all’artista, e il tribunale ha dato ragione al museo, obbligando Haaning a restituire il denaro. Fine della storia? Non proprio!
Questa vicenda solleva un sacco di domande interessanti sull’arte concettuale. Dove finisce l’arte e dove inizia la provocazione? È giusto pagare un artista per un’idea, anche se poi l’idea si concretizza in… niente? Forse la vera opera d’arte è proprio la discussione che questa storia ha scatenato! O forse, semplicemente, Haaning ci ha provato e gli è andata male! Sarà per la prossima volta…










